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lunedì 4 novembre 2024

Sentieri

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Reperti del Paleolitico

A Cannalonga, sui terrazzi fluviali della Madonna del Carmine, un gruppo di geologi alla fine degli anni '70, ha ritrovato e classificato 881 pezzi di pietra lavorata appartenenti a un periodo che va dal Paleolitico inferiore a quello superiore. Si tratta di utensili realizzati con una tecnica semplice, consistente nel colpire un semplice ciottolo con un percussore (di solito un sasso) fino a che non si staccavano delle schegge. In particolare, nella zona dei "terrazzi alti" sono stati ritrovati prevalentemente manufatti in selce di fattura molto primitiva in quanto risalenti alla prima fase paleolitica (circa 400.000 anni fa). Si tratta di raschiatoi, bulini, punte, becchi.
Nella zona dei "terrazzi medi" è stata trovata una quantità minore ma più variegata di oggetti. Si tratta di manufatti più elaborati, spesso costituiti da selce pura, e di dimensione più ridotte. Tali materiali sono riconducibili in larga prevalenza al Paleolitico medio (fase Musteriana).
Nella zona dei "terrazzi bassi", quella più vicina alla Cappella della Madonna del Carmine, il materiale ritrovato si fa risalire ai Paleolitico superiore, quando la produzione di manufatti e utensili si giovò di un notevole miglioramento del livello tecnologico. Il perfezionamento delle tecniche di scheggiatura permise di ottenere oggetti più regolari, nella forma, maggiormente elaborata, e nelle dimensioni, in genere più piccole. A migliorare è anche la qualità della selce utilizzata.
In questo sito, tra gli altri, sono stati ritrovati grattatoi, lame a dorso, punte e un tipo più evoluto di bulino, del quale sono stati trovati 44 esemplari, un punteruolo con cui si lavoravano altri oggetti. Dai ritrovamenti sono state avanzate delle ipotesi abbastanza verosimili circa la presenza dell'uomo preistorico in questo sito cilentano. Si tratta di gruppi di uomini nomadi, cacciatori-raccoglitori, che si spostavano per procurarsi il cibo. Vivevano all'aperto o in ripari occasionali costituiti da anfratti e grotte di cui il territorio è ricco e che divennero col tempo dimora più stabile.
La maggior parte del materiale è conservato presso il Club Alpino – Sezione d Napoli. A Cannalonga si conservano numerosi pezzi racchiusi in una bacheca di vetro.
 

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