Stio è un comune di poco meno di 1.000 abitanti, ricadente interamente nel perimetro del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
La sua ricchezza di risorse ambientali, storiche, artistiche e culturali lo rendono una meta ideale per quanti amano il turismo culturale e l’ecoturismo. Il paesaggio, che circonda i centri abitati di Stio e della frazione Gorga, si presenta ricco di boschi, con prevalenza del cerro, del faggio, dell’ontano e del castagno.
A quota 984, dalle pendici del monte Le Corne, sgorga il fiume Alento, uno dei corsi d’acqua più importanti dell’intera area cilentana
La Storia: Monaci e Baroni
Varie sono le ipotesi sulle origini del toponimo. Per alcuni, deriverebbe dal termine latino hostilius, che significa “ciò che è più ostile”, in riferimento alle capacità degli stiesi di resistere ai nemici. Per altri, avrebbe la sua radice nelle parole ostium (ingresso) o aestivus (pascolo estivo). La tesi più attendibile fa, però, riferimento alla località Serra Staino, dove sorse l’originario nucleo abitato del paese.
Il rinvenimento di reperti archeologici in località “Chiano Rosario” ha portato gli studiosi a dedurre che il territorio di Stio sia stato abitato già dal VI secolo avanti Cristo. Ma fu solo intorno all’anno Mille che i basiliani del monastero di Rofrano fondarono le grancie di Santa Maria della Croce e di San Lucido, intorno alle quali, nel corso dei secoli, si svilupperanno i centri abitati di Stio e Gorga.
In epoca normamma, entrambi i casali entrarono a far parte del cosiddetto “Stato di Magliano”, poi divenuto baronia.
Ai primi dell’Ottocento la feudalità fu infine abolita. Ultimi signori del luogo furono i baroni Pasca.