Uno dei siti archeologici più suggestivi del Cilento interno è, certamente, quello ubicato sulla Civitella, protetto dal fresco ombroso di un fitto e rigoglioso castagneto.
Gli Scavi della Civitella riportarono alla luce mura da terrazzamento costituite da grossi blocchi squadrati, frammenti di tegole, vasi, una porta ad arco e varie fondazioni risalenti al IV sec. a.C.
Gli elementi emersi fanno pensare ad un centro fortificato, con funzioni di controllo delle valli convergenti verso il mare di Velia. La frequentazione del colle è documentata dalla fine del VI sec. a.C., da alcuni frammenti ceramici raccolti in superficie, ma è a partire dalla metà circa del IV sec. a.C. che inizia la costruzione di una possente cinta fortificata, articolata in due circuiti che racchiude il colle su tre lati; il lato a Nord è difeso naturalmente dallo strapiombo della roccia.
La costruzione della cinta ha richiesto tempi lunghi e maestranze specializzate; i blocchi di arenaria locale sono perfettamente tagliati e squadrati e messi in opera a filari paralleli, conservati, in alcuni tratti per un'altezza di 5/6 filari.
Delle diverse porte che consentivano l'accesso all'abitato, una in particolare sul lato meridionale, si è conservata meglio. La porta presenta un complesso sistema di difesa ed è costituita da un lungo e stretto corridoio che accede ad un vano rettangolare che, a sua volta, si restringe nel vero e proprio ingresso chiuso dalla porta di legno di cui rimangono i cardini tagliati nella pietra e la traccia del battente. Sul pianoro centrale del colle è stato esplorato, in piccolissima parte, l'agglomerato di case, di cui si conosce ancora poco la planimetria e l'organizzazione dei vani.
Anche la scoperta di uno spiazzo scoperto, basolato, non ha trovato ancora una valida spiegazione e solo un'esplorazione più ampia potrà consentire una lettura complessiva dell'abitato. A breve distanza è stata individuata un'altra struttura, più complessa che, la presenza di un deposito votivo, connota come un edificio di tipo cultuale.