Nei pressi del Santuario della Madonna di Costantinopoli, lungo la strada statale e lungo quella che porta alla chiesa, si tiene ancora l’annuale fiera della Madonna. Differentemente dalla festa, che cade la seconda domenica del mese, la fiera ha una data fissa, l’8 per l’appunto, anche se domenica: in tal caso la festa slitta al giorno 15. Questo è un segno di quale fosse l’importanza delle fiere nella civiltà contadina: esse erano un chiaro e certo punto di riferimento sia per gli abitanti del luogo, sia per gli ambulanti ed i mercanti.
Certamente lo scenario è cambiato: la fiera di animali è pressoché scomparsa, mentre ancora una ventina d’anni addietro numerosi erano i mercanti, e le bestie, in buon numero, sostavano tra i castagni. Si poteva assistere a lunghe trattative, intrise di frasi fatte, costruite in anni di mestiere e di bertoldesche arguzie. Spesso si chiudevano con un patto, e la parola aveva il crisma della carta bollata. Quale contrasto con i registratori di cassa tra le cianfrusaglie delle bancarelle!
Al posto di una quantità di artigiani girovaghi, con i loro attrezzi di ferro, di creta o di legno, c’è ora uno stuolo di ambulanti con ammassi di oggetti di plastica e coloratissimi giocattoli; tanti i venditori di colore, con i loro prodotti “firmati”, le bigiotterie e i dischi.