Chiesa di Santa Maria delle Grazie Fra i più antichi beni di interesse storico-culturale si annovera la chiesa di Santa Maria delle Grazie, che, con l'annesso Convento, fu edificata alla fine del 1400 ad opera dell'omonima confraternita. Nel 1569 fu donata ai Padri Domenicani di Napoli - da subito in contrasto, secondo quanto riporta lo storico Maiese, con il "clero secolare e regolare" -, che vi istituirono il loro convento. Per il reiterarsi di questi conflitti lungo il corso dei secoli, e, in particolare, per i duri scontri avvenuti con il clero della Cattedrale di S. Pantaleone, nel 1809 il Governo francese fu costretto a sopprimere detto Convento, che, due anni dopo, divenuto Vallo capoluogo di Distretto, fu adibito a quartiere della Gendarmeria e carcere distrettuale. Dopo essere stata ceduta da Ferdinando II ai Padri Liguorini nel 1839, e, in seguito, al Municipio di Vallo, la Chiesa di S. Maria delle Grazie fu definitivamente eretta a parrocchia. Essa è costituita da tre navate, divise da pilastri, e da un bellissimo soffitto a cassettoni.
Al suo interno si possono ammirare numerose opere d'arte. Tra esse la statua lignea della Madonna delle Grazie, scolpita nel 1571 e ricavata da un solo pezzo di legno. Preziosissima è una tela di Girolamo Santa Croce, firmata e datata al 1515, che raffigura S. Francesco di Paola e gli Angeli. Sono presenti, inoltre, bellissime tele della scuola del Criscuolo.
Di pregevole fattura il soffitto ligneo, risalente al XVIII secolo, nella cui decorazione è incastonata un'antica statua della santa Patrona, probabilmente quella del 1507, citata nella bolla del vescovo Zuccari con cui si richiedeva, nel 1783, al Capitolo Vaticano l'incoronazione della Statua, che sarebbe avvenuta cinque anni dopo, l'8 giugno 1788. Nella navata di destra è custodito uno splendido Polittico di scuola raffaellesca, di cui è stata dibattuta la paternità, tra Andrea Sabatini da Salerno, Pietro Neuroni e un maestro vallese. La tavola fu commissionata dal canonico Pinto nel 1530 e raffigura, nella parte centrale, la Madonna col Bambino, con ai lati le figure di S. Antonio da Padova e S. Pantaleone.
Nella parte superiore, S. Domenico e S. Gennaro fanno da cornice alla rappresentazione della Crocifissione. Le tavole inferiori ritraggono il Cristo con gli Apostoli; ai loro lati troviamo gli stemmi della famiglia Pinto. Nelle navate laterali sono presenti cappelle gentilizie, con altari policromi e pitture effigianti i santi patroni. Otto le principali: cappella della famiglia Pinto, costruita nel 1530; cappella di San Giuseppe, del 1757, appartenente alla famiglia De Hippolytis; cappella della famiglia Valiante, del 1784; cappella di Santa Lucia, fondata dai Battagliese a fine 1700; inoltre quelle delle famiglie Oricchio, Santomauro, De Laurentis e Passarelli. Nella chiesa si conserva, con le altre, la lapide della cappella del Carmine, appartenente alla famiglia Stasi, demolita nel 1721 per consentire la costruzione del coro. Durante i restauri del biennio 1954-'55 le pareti della chiesa furono abbellite da decorazioni a stucco dell'artista locale Vito Formisano, tra cui il dipinto posto sotto la cantoria, raffigurante Santa Cecilia, e il monogramma del SS. Nome di Maria con angeli adoranti, sul trono della Madonna. In epoca recente nella chiesa è stato collocato un busto di San Giuseppe Moscati - morto del 1927 e canonizzato nel 1987 - che, nelle sue vesti di medico, lavorò presso il locale ospedale.