Nel 1750 fu rimessa a nuovo ed ingrandita, divenne meta di pellegrinaggi non soltanto da parte dei fedeli della zona, ma anche fuori regione. Ed è memorabile negli annali del santuario un pellegrinaggio di Pugliesi nel 1755. Nella soffitta è dipinta l’Assunzione della vergine, opera di un certo C.M. Mottola.
Di fronte all’arca maggiore, spicca il fagiano, lo stemma di Ottati. Nel sepolcreto ci sono le reliquie dei Santi Martiri Urbano e Massimo. Tra i voti, quasi tutti in cera, spiccava una grande torcia donata nel 1700 dalla duchessa di Roscigno. Su una parete si nota un piccolo quadro delle dimensioni 30×40; dai versi dettati dal sacerdote don Vincenzo Fenicelli e dalle figure pare si vogliano ricordare due singolari grazie della Vergine; la liberazione di due donne da sicura morte e la liberazione di un uomo condannato innocentemente.